L’incontro interculturale e i nuovi scenari di terapia

In questi anni stiamo assistendo a un fenomeno migratorio globale, fatto d’intere popolazioni in fuga dalla propria terra. I dati attuali ci pongono di fronte all’esigenza di pensare a nuove strategie d’intervento sulle situazioni di emergenza e non generate dai fenomeni migratori.

In questi anni stiamo assistendo a un fenomeno migratorio globale, fatto d’intere popolazioni in fuga dalla propria terra. Guerre, oppressioni, catastrofi naturali, estrema povertà, genocidi e discriminazioni politiche e religiose, sostengono gran parte di questi flussi di persone che comprensibilmente cercano un luogo più sicuro in cui piantare radici e costruire un futuro con le proprie famiglie. I dati attuali ci pongono di fronte quindi all’esigenza di pensare a nuove strategie d’intervento sulle situazioni di emergenza e non, generate dai fenomeni migratori, che tengano conto sia delle necessità legate al bisogno immediato di accoglienza e protezione nella patria adottiva, sia di esigenze a lungo termine connesse al bisogno d’integrazione, ai disagi di natura fisica e psicologica vissuti anche in concorso agli esiti emotivi del viaggio migratorio.

Flussi migratori in Italia: qualche statistica.

Milioni di persone tra la Valle Aurina e Lampedusa hanno antenati rumeni, albanesi, marocchini, cinesi o russi. L’isola delle Pelagie è un “porto” multiculturale. In questo territorio le persone cucinano la pasta oppure il Lahmcun, suonano la balalaika oppure il bugarija, pregano Jahwe oppure Allah, recitano le poesie di Ossip Mandelstam oppure di Apti Bisultanov. In Italia le persone possono imprecare in serbo, pregare in ebraico e sognare in albanese. Il nostro Paese è una terra dalla doppia identità, dalle facce “colorate” e talvolta un luogo d’idee contrastanti. L’Italia presenta, tuttavia, un numero relativamente basso d’immigrati se paragonato ad altri paesi occidentali del benessere come Germania, Francia e Regno Unito. Il record assoluto a livello mondiale appartiene invece agli Emirati Arabi Uniti e al Qatar, dove quasi l’ottanta percento della popolazione è composto d’immigrati. La penisola italiana vive in questo periodo una fase delicata dei flussi migratori. Infatti, si è passati da una fase in cui lo spostamento era dovuto alla ricerca di lavoro a una fase di migrazione dovuta a ragioni di protezione internazionale e alla ricerca di asilo politico.

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