L’invecchiamento secondo una prospettiva di sviluppo

La maggior parte degli studi psicologici si è interessata all’incremento delle malattie degenerative del sistema nervoso, trascurando di considerare la vulnerabilità cognitiva dell’individuo legata al puro invecchiamento naturale e inarrestabile del cervello. L’articolo affronta il processo del declino cognitivo in una prospettiva di promozione della salute dell’anziano, tenendo conto delle potenzialità dell’anziano ed in particolare delle sue capacità di chiedere aiuto e di ottenere collaborazione dalle istituzioni preposte.

Verso una definizione del fenomeno invecchiamento

L’invecchiamento è un processo che interessa tutti gli organismi viventi e che comporta modificazioni biologiche. Precisamente, si assiste a una graduale riduzione del numero delle cellule (atrofia) e una diminuzione dell’efficienza funzionale, accompagnata da cambiamenti organici e predisposizione a una serie di disturbi. Tale processo comincia già dopo i trenta anni e comporta un progressivo adattamento psicofisico che è variabile per ogni individuo.
Per esplorare i diversi cambiamenti significativi in atto nell’uomo vi è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS. Così, la classificazione di età di una persona secondo l’OMS, dice quanto segue:
–     25-44 anni (Età giovanile);
–     45-65 anni (Età presenile): si caratterizza per l’inizio della menopausa e andropausa, rispettivamente per la donna e l’uomo, nonché per la variazione di importanti indici biologici come l’aumento dei grassi nel sangue e la predisposizione all’ipertensione arteriosa;        
–     65-75 anni (Età della senescenza graduale): corrisponde all’inizio della vera vecchiaia;
–     75-90 anni (Età della senescenza conclamata): si caratterizza per la riduzione dell’efficienza psicofisica e per il graduale insorgere di malattie che tendono a cronicizzarsi e a comportare interventi assistenziali e riabilitativi.

Gli anziani sono attualmente sempre più numerosi e raggiungono la vecchiaia in condizioni di salute più efficienti di un tempo, grazie al progresso delle conoscenze scientifiche (riduzione della mortalità per malattie infettive) e delle condizioni igieniche e alimentari. La rilevanza sociale di questo fenomeno ha permesso la nascita di nuove discipline scientifiche come lageriatria”, in altre parole la branca della medicina che si occupa non solo della prevenzione e cura ma anche dell’assistenza psicologica, ambientale e socio-economica dell’anziano, lagerontologia”,disciplina che approfondisce le modificazioni derivanti dall’invecchiamento e lageragogia”, la scienza che si occupa della prevenzione del decadimento psicofisico dell’anziano e di come si può invecchiare bene.

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